Bella discussione!
Intervengo un po' in ritardo... scusate...
Nell'ambito del nostro Gruppo e della C.M.R. (Confederazione Micologica Romagnola) che per primo ho avuto l'onore di coordinare, si discute da decenni (non sto esagerando...) sull'opportunità di scrivere sui cartellini delle varie mostre
1) nomi volgari e dialettali
2) eventuali sinonimi
3) commestibilità
Tralasciando i primi due punti, sulla commestibilità il discorso si fa piuttosto complicato.
C'è chi non ci metterebbe niente... così imparano.
Questo avrebbe un indubbio effetto positivo perr la riduzione della eccessiva densità demografica nella nostra Regione, ma forse, a causa di qualche parente particolarmente vendicativo, potremmo essere anche noi organizzatori fra i "ridotti"... e questo non è bello!
D'accordo quindi sul fatto di scrivere "qualcosa" che indichi la commestibilità o meno di una specie in esposizione, qui viene il bello!
Evidentemente non si può scrivere in un cartellino di 10x6 cm. (a farli più grandi il rischio è che si vedano solo i cartellini e non più i funghi) tutti i particolari delle varie sindromi che si potrebbero verificare, magari con decorso e conseguenze, ne' tantomeno "graduare" la commestibilità in base a gusti personali o alla percentuale di fastidi che un fungo può dare in un campione di popolazione.
C'è anche da dire che molto spesso l'intolleranza, com'è noto, è imprevedibile e due soggetti possono avere conseguenze estremamente diverse dall'ingestione dello stesso quantitativo dello stesso fungo raccolto nello stesso momento e nello stesso luogo.
Insomma, eliminiamo i romanzi.
A questo punto, abbiamo pensato di seguire più o meno la strada indicata dalla AMB e abbiamo preparato un foglio di Excel con un algoritmo che trasforma in una banda colorata un numero predefinito (6 in tutto) di parole sulla commestibilità.
Nell'ordine:
COMMESTIBILE - verde
SENZA VALORE - azzurro
NON COMMESTIBILE - viola
SOSPETTO - senape
TOSSICO - rosso
MORTALE - nero
Stampa a laser, taglierina e via andare.
Nel dubbio, ci atteniamo a un "non commestibile" o a un "sospetto" e in molti casi, quando si tratta di specie commestibili ma poco buone, un bel "senza valore" va sempre bene.
Adesso siamo a circa metà dell'opera di compilazione, lavorandoci in due più un "revisore" che ci dà un'occhiata finale.