Salve a tutti. Nelle mie zone di ricerca sull'Appennino ligure (versante padano) crescono in abbondanza tutti e quattro gli esponenti del gruppo da giugno (fine maggio) a ottobre (inizio novembre), normalmente con un'interruzione ad agosto, nel periodo più siccitoso.
A bassa quota (fino a 500 m) ci sono boschi misti con presenza di cerri, roverelle, carpini e noccioli.
A quota media (500-1000 m) si alternano castagneti e cerreti con decisa prevalenza dei primi.
Oltre i 900 m inizia il regno della faggeta.
Quali possono essere, durante i periodi di crescita, i parametri per stabilire se i funghi "salgono" o "scendono", in relazione alla temperatura, l'umidità e il progredire della stagione?
E' più facile che la crescita inizi ad alta quota per poi scendere o viceversa? In che tipo di bosco è più probabile una nascita precoce in tarda primavera e in quale può protrarsi più o lungo fino all'autunno inoltrato?
Grazie a tutti.
Ascesa e discesa del gruppo dell'Edulis
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Re: Ascesa e discesa del gruppo dell'Edulis
Ciao Ruggero,parlo da novizio,ma da esperienza personale,cominciano dal basso e a poco a poco salgono,per poi ridiscendere fin a sparire.
Da noi in questo periodo dovrebbero essere dai 1000 in su nelle peccete,ma causa clima freddo e poca pioggia,hanno cominciato ora nei Castagni,quota tra i 300 e i 600,ma solo uscite sporadiche.
Ci vuole tempo a capire dove e quando é meglio andare. Se é un periodo caldo e secco,meglio i versanti all'ombra,se é un po' freddo quelli in pieno sole.
Ci vogliono anche delle costanti metereologiche,basta che dopo 4-5 giorni di caldo arrivi un fronte freddo,o il vento,per fermare tutto.
Se ha fatto vento,cerca nei canali o nei pendii risparmiati.
I primi boleti é facile trovarli vicino a tronchi caduti,zone sassose,zone rade e soleggiate.
Ogni porcino necessita di clima diverso,il B.aestivalis é quello piú precoce,mentre il B.aereus (che qua da noi non cresce) é il piú termofilo.
Da noi in questo periodo dovrebbero essere dai 1000 in su nelle peccete,ma causa clima freddo e poca pioggia,hanno cominciato ora nei Castagni,quota tra i 300 e i 600,ma solo uscite sporadiche.
Ci vuole tempo a capire dove e quando é meglio andare. Se é un periodo caldo e secco,meglio i versanti all'ombra,se é un po' freddo quelli in pieno sole.
Ci vogliono anche delle costanti metereologiche,basta che dopo 4-5 giorni di caldo arrivi un fronte freddo,o il vento,per fermare tutto.
Se ha fatto vento,cerca nei canali o nei pendii risparmiati.
I primi boleti é facile trovarli vicino a tronchi caduti,zone sassose,zone rade e soleggiate.
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Re: Ascesa e discesa del gruppo dell'Edulis
Grazie Acchiappafunghi. Effettivamente da voi l'ambiente è molto diverso. Da noi l'Aereus cresce eccome, ad esempio.
A logica capisco che i porcini compaiano in basso per poi salire via via che l'umidità cala e l'esperienza in parte me lo conferma, ma è più difficile capire come, ad esempio, gli esemplari più tardivi alle porte dell'inverno si trovino quasi sempre alle quote più alte, quando il fattore termico farebbe pensare l'opposto...
A logica capisco che i porcini compaiano in basso per poi salire via via che l'umidità cala e l'esperienza in parte me lo conferma, ma è più difficile capire come, ad esempio, gli esemplari più tardivi alle porte dell'inverno si trovino quasi sempre alle quote più alte, quando il fattore termico farebbe pensare l'opposto...
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Re: Ascesa e discesa del gruppo dell'Edulis
Secondo me è quasi impossibile avere un criterio unico perché i fattori che influiscono sulla crescita sono molti ed assai poco conosciuti.
Penso che molta importanza abbia il periodo che intercorre tra la caduta delle piogge e la formazione del "primordio" e poi l'apertura (cioè l'estensione dei tessuti che lo compongono). Cioè, in sostanza, cadono piogge sufficienti (quanti mm ?), dopo un certo periodo di tempo si formano i primordi (quanti giorni e con quale temperatura ?) e quando le condizioni sono favorevoli i tessuti di questi ultimi si riempioni di acqua, si distendono ed improvvisamente il porcino esce dal terreno (nasce come ... un fungo !)
Non conosco studi su queste fasi di sviluppo.
Posso riportare una esperienza che ho avuto con dei tartufi, esattamente il Tuber excavatum.
Parecchi anni fa, nel Monferrato Casalese (provincia di Alessandria), ero andato a fare un giro con un mio amico tartufaio ed il suo cane, a metà dicembre. Il cane scovò, tra l'altro, una zona in cui c'erano moltissimi esemplari di di questo tartufo, piccoli ma perfettamente formati, con la gleba ancora perfettamente bianca, pochissimo interrati (non più di pochi cm). All'esame microscopico non presentavano ancora la minima traccià di aschi e di spore. Quell'inverno fu particolarmente mite e senza neve per cui potei seguirne costantemente la maturazione. Tornai in quel luogo regolarmente ogni 15 giorni per tutto l'inverno e tutta la primavera successiva, prelevando ogni volta alcuni esemplari da esaminare.
I primi aschi iniziarono a comparire all'inizio di giugno ed a fine giugno le spore erano mature mentre le dimensioni non aumentarono.
Quindi più di sei mesi tra quando li vidi per la prima volta (ma da quanto tempo erano già formati ?) ed il momento in cui iniziarono a maturare le spore.
Per tornare ai nostri porcini, essi appartengono ad almeno quattro specie diverse, tutte presenti nell'Appennino ligure ai confini col Piemonte (sovente nello stesso periodo, di solito verso la fine del mese di settembre, generalmente ad altitudini diverse). Quali sono le esigenze ecologiche di queste quattro specie ? Simili ? Diverse ?
Senza considerare poi le caratteristiche del suolo come la capacità di trattenere l'acqua (struttura, composizione, pendenza ...), il colore (quindi possibilità di scaldarsi di più o di meno), ecc..., l'esposizione, lo spessore della eventuale copertura di foglie, ecc...
Come vedi un numero pressochè infinito di variabili (senza contare che gli eventuali temporali estivi hanno solitamente carattere locale, sovente "strettamente" locale ...) per cui la tua domanda, secondo me, non ha alcuna possibilità di trovare una risposta precisa ...
Infine, ci sarebbe anche la luna ... per chi ci crede !
Penso che molta importanza abbia il periodo che intercorre tra la caduta delle piogge e la formazione del "primordio" e poi l'apertura (cioè l'estensione dei tessuti che lo compongono). Cioè, in sostanza, cadono piogge sufficienti (quanti mm ?), dopo un certo periodo di tempo si formano i primordi (quanti giorni e con quale temperatura ?) e quando le condizioni sono favorevoli i tessuti di questi ultimi si riempioni di acqua, si distendono ed improvvisamente il porcino esce dal terreno (nasce come ... un fungo !)
Non conosco studi su queste fasi di sviluppo.
Posso riportare una esperienza che ho avuto con dei tartufi, esattamente il Tuber excavatum.
Parecchi anni fa, nel Monferrato Casalese (provincia di Alessandria), ero andato a fare un giro con un mio amico tartufaio ed il suo cane, a metà dicembre. Il cane scovò, tra l'altro, una zona in cui c'erano moltissimi esemplari di di questo tartufo, piccoli ma perfettamente formati, con la gleba ancora perfettamente bianca, pochissimo interrati (non più di pochi cm). All'esame microscopico non presentavano ancora la minima traccià di aschi e di spore. Quell'inverno fu particolarmente mite e senza neve per cui potei seguirne costantemente la maturazione. Tornai in quel luogo regolarmente ogni 15 giorni per tutto l'inverno e tutta la primavera successiva, prelevando ogni volta alcuni esemplari da esaminare.
I primi aschi iniziarono a comparire all'inizio di giugno ed a fine giugno le spore erano mature mentre le dimensioni non aumentarono.
Quindi più di sei mesi tra quando li vidi per la prima volta (ma da quanto tempo erano già formati ?) ed il momento in cui iniziarono a maturare le spore.
Per tornare ai nostri porcini, essi appartengono ad almeno quattro specie diverse, tutte presenti nell'Appennino ligure ai confini col Piemonte (sovente nello stesso periodo, di solito verso la fine del mese di settembre, generalmente ad altitudini diverse). Quali sono le esigenze ecologiche di queste quattro specie ? Simili ? Diverse ?
Senza considerare poi le caratteristiche del suolo come la capacità di trattenere l'acqua (struttura, composizione, pendenza ...), il colore (quindi possibilità di scaldarsi di più o di meno), ecc..., l'esposizione, lo spessore della eventuale copertura di foglie, ecc...
Come vedi un numero pressochè infinito di variabili (senza contare che gli eventuali temporali estivi hanno solitamente carattere locale, sovente "strettamente" locale ...) per cui la tua domanda, secondo me, non ha alcuna possibilità di trovare una risposta precisa ...
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Re: Ascesa e discesa del gruppo dell'Edulis
A proposito di luna, chiedendo a un noto micologo quanto influise la luna sulla crescita dei funghi? Lui mi rispose che un suo conoscente guardando la luna finì nel fosso.
Un salutone a tutti voi Evelina
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