Forum Acta Fungorum

...laghetti, pietraie...

Ancora uno sguardo indietro e la valletta ci appare in quasi tutta la lunghezza con i suoi ambienti svariati e le prime nuvole che si formano sopra le nostre teste.

Alla nostra destra, cioè verso ovest, ci sono alte creste rocciose e la pietraia è colonizzata da rododendri fioriti.

Il Monviso è già incappucciato dal suo personale strato di nuvole.

Salendo verso il Passo Gallarino incontriamo questa roccia... praticamente un Monviso bonsai!

Ancora una, ennesima, vista della vetta del Viso che ci ha accompagnato per tutto il Giro... sarà l'ultima di oggi, dopo il passo non la vedremo più.

In campo più largo, vediamo l'effetto del sole ormai alto. La roccia si riscalda con i raggi solari e l'aria al suo contatto anche. Così l'aria calda e umida scorre verso l'alto lungo il versante della montagna e arrivata in quota, si raffredda facendo condensare l'umidità. La nuvoletta vortica un po', si alza e raggiunto uno strato d'aria più stabile, si allarga formando il "cappello" e si discioglie.

Allontanandoci dal Viso però, su versanti più tormentati, godiamo ancora di cielo limpido. Ci avviciniamo (anzi, Federico come al solito è già là quando ci arriviamo) al Passo Gallarino...

E diamo un'occhiata sull'altro versante, caratterizzato da pascoli e qualche laghetto. Da qui si scende, volendo, nel cuore del bosco dell'Alevè o si va al Colle di Luca, in faccia al Colle di Sampeyre con la valle Varaita nel mezzo.

Ma noi continuiamo più sulla destra, verso il Passo San Chiaffredo.

Il sentiero continua a salire e anche se il dislivello non è molto...

...entriamo in una zona ecologicamente molto diversa: questo si può definire "deserto alpino"!

Eccoci al Passo San Chiaffredo.

Di qui si transita in una valletta pietrosa con solo un po' d'erba qua e là, ancora costellata di laghetti...

Ed ecco l'unico fungo di altissima quota (quasi 2700 mslm) che incontriamo: Agaricus moellerianus. Abbiamo cercato poco a dir la verità, ma qualcosa s'è visto, però intorno ai 2000-2200.

La dolce discesa ci porta verso il vallone delle Giargiatte; sull'altura al centro della foto si intravede il Bivacco Bertoglio, luogo di partenza degli scalatori che raggiungono la vetta del Viso lungo la "via normale".

Poco prima di incontrare il sentiero del bivacco, una sorpresa: la valle è cosparsa di centinaia, forse migliaia di ometti in pietra, di ogni foggia e dimensione. Sono così tanti, e così inaspettata per noi la loro presenza, che ci danno veramente una emozione particolare. Ognuna di quelle pietre è stata sistemata da qualcuno che ha voluto interrompere per qualche minuto il suo cammino per lasciare un segno, estremamente ecologico, del proprio passaggio.

La discesa poi si fa ripida, su sentiero sassoso.

Solo dopo alcune centinaia di metri di dislivello vediamo in distanza i primi alberi, e di fronte la cresta sulla quale si può arrivare per seggiovia da Pontechianale, fino alla località Le Conce che intravediamo, posto dal quale si vede d'infilata tutto il vallone di Vallanta con relativo versante del Viso.

Qui una digressione mico-fago-logica: giunti in un ripiano chiamato "Gias Founs" (NB Founs in piemontese significa ovviamente fungo) vediamo dei ginepri e questa pianta qui... Mauroooo...!

Pochi minuti e il sentiero entra nel bosco dell'Alevé. Rivediamo larici e pini cembri...

...mucche che sdraiate sul sentiero a gambe all'aria non hanno intenzione di spostarsi (gireremo noi attorno a loro)...

... e raggiunto il fondo del Vallone di Vallanta attraversiamo il rio e andiamo a ripercorrere all'indietro il sentiero fatto all'andata.

La discesa è quasi finita, vediamo il lago di Castello...

... e in breve raggiungiamo il parcheggio dove ci attendono le nostre auto.

E' stato un giro fantastico, è andato tutto liscio... Grazie a voi che avete letto queste pagine e condiviso quella piccola parte delle nostre emozioni che spero di aver saputo esprimere.
Ma devo ringraziare soprattutto chi ha condiviso con me il Giro:
prima gli adulti: Graziella, Isabella e Graziano, forse se lo aspettavano un po' meno duro
e poi i ragazzi: Federico che visto come andava è già pronto se non per l'Himalaya, almeno per andare SUL Monviso...
...e Nicoletta, che essendo la più piccola ha faticato più di tutti e in fondo è quella che non ha potuto scegliere di venire con noi, l'abbiamo portata e basta... Scusami Niki.

Spero che per tutti il ricordo della fatica se ne vada presto, come è successo a me, e rimangano nei nostri occhi e nei nostri cuori i panorami, le luci, i profumi, la freschezza, la vita che abbiamo percepito in questi tre giorni meravigliosi.

Un solo aggettivo: fantastico.

Gianni

Concordo!

Matte

Veramente fantastico Mario, complimenti a tutti, in modo particolare a Fede ed a Nicoletta ed alla tua Signora, che, penso, abbia avuto una parte fondamentale nella decisione di intraprendere questa splendida avventura !

Ma la prossima volta vedi di starci almeno una settimana, quei luoghi bellissimi meritano una esplorazione più attenta (o vuoi lasciare tutti i porcini "monvisiani" a Mauro ?) .

Ancora complimenti a tutti, ma, lasciamelo dire, con un senso di malcelata invidia !