Infundibulicybe geotropa
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Infundibulicybe geotropa
Infundibulicybe geotropa (Bull.) Harmaja, Ann. bot. fenn. 40(3): 216 (2003)
Synonymy:
Agaricus geotropus Bull., Herb. Fr. 12: tab. 573 (1792)
Agaricus gibbus ß major Fr., Syst. mycol. (Lundae) 1: 82 (1821)
Agaricus pileolarius Sowerby, Col. fig. Engl. Fung. Mushr. (London) 1: pl. 61 (1797)
Clitocybe geotropa (Bull.) Quél., Mém. Soc. Émul. Montbéliard, Sér. 2 5: 89 (1872)
Clitocybe gilva var. geotropa (Bull.) P. Kumm., Führ. Pilzk. (Zwickau): 124 (1871)
Synonymy:
Agaricus geotropus Bull., Herb. Fr. 12: tab. 573 (1792)
Agaricus gibbus ß major Fr., Syst. mycol. (Lundae) 1: 82 (1821)
Agaricus pileolarius Sowerby, Col. fig. Engl. Fung. Mushr. (London) 1: pl. 61 (1797)
Clitocybe geotropa (Bull.) Quél., Mém. Soc. Émul. Montbéliard, Sér. 2 5: 89 (1872)
Clitocybe gilva var. geotropa (Bull.) P. Kumm., Führ. Pilzk. (Zwickau): 124 (1871)
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Re: Infundibulicybe geotropa
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Re: Infundibulicybe geotropa
Essì, eccola, nel suo habitus tipico.
Si noti il rapporto pileo/lunghezza dello stipite.
Rapporto che è piu' o meno mantenuto anche negli esemplari adulti.
Si noti il rapporto pileo/lunghezza dello stipite.
Rapporto che è piu' o meno mantenuto anche negli esemplari adulti.
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Re: Infundibulicybe geotropa
Ciao Geotropa, io mi vorrei chiarire un dubbio, e ciè il dubbio è questo:
La Clitocybe maxima è una forma di geotropa adulta? O si tratta di una specie a sè?
grazie
ciao antonello
La Clitocybe maxima è una forma di geotropa adulta? O si tratta di una specie a sè?
grazie
ciao antonello
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Re: Infundibulicybe geotropa
Ciao Antonello,
riguardo a C. maxima, in Fungi non Delineati 63-64 http://www.edizionicandusso.it/fungi_no ... ati_63.htm
nella discussione di Infundibulicybe gigas abbiamo scritto:
"riguardo al binomio C. maxima, ci sentiamo in dovere di aprire una piccola parentesi, senza però entrare nel merito di tutti coloro che hanno utilizzato questo nomen. La specie viene descritta come Agaricus maximus P. Gaertn., G. Mey. & Scherb. (Gaertner et Al., 1802) con la seguente diagnosi: “1680. A. maximus Nobis. Grösster Blätterschwamm. Der Strunk kurz, dikk, dicht und weisslich; der weisse Hut saftlos, trichterförmig, mit einer Erhöhung und sehr gross; die Blättchen unterbrochen, gleichfarbig, zulezt röthlich. Agaricus giganteus Leyss. A. infundibuliformis Hoffm. Wohnort. An schattigen Orten, z.B. in der Lohe oberhalb Bischofsheim. Erschein.-zeit September, Oktober. ** Kleine; der Hut hautartig und meistens gestreift.”, che tradotto: “Il più grande fungo a lamelle (oppure anche: il massimo fra gli agarici). Il gambo (è) corto, grosso, sodo e biancastro; il cappello bianco è secco, a forma di imbuto, con una rilevatura (evidentemente centrale) e molto grande; le lamellette (sono) interrotte (?), dello stesso colore, alfine rossastre. Agaricus giganteus Leyss. A. infundibuliformis Hoffm. Habitat. Nei posti ombrosi, per es. nella boscaglia sopra Bischofsheim. Periodo di crescita, settembre, ottobre. In piccolo: il cappello membranoso e per lo più solcato“. Questa specie viene poi ricombinata da Kummer (1871) con la seguente descrizione (qui direttamente tradotta): “Largo fino a 0,4 m (cioè 40 cm), giallastro cuoio (o giallastro-brunastro), carnoso, ma moscio (anche lasso, senza forza), non lucente, fibrilloso o squamuloso. Stipite alto e spesso come un dito mignolo. Lamelle larghe un dito, bianche, poi imbrunenti. Sotto latifoglie. Riesen-Trichterling (nome in tedesco, che significa ‘Clitocybe gigante’) C. Maxima“. Appare chiaro di quanto risulti difficile prendere una posizione sulla reale identità di questo taxon, essendo le informazioni originali di base, davvero troppo vaghe e riconducibili effettivamente a più di una specie; per non parlare poi della ricombinazione (Kummer, op. cit.) che sembra trattare una specie differente da quella originariamente descritta. Per questo motivo riteniamo che, in assenza di materiale originale e/o di una tavola (iconotypus) di riferimento, questo epiteto sia realmente dubbio, quantomeno (ribadiamo) nella sua accezione originale."
Matte
riguardo a C. maxima, in Fungi non Delineati 63-64 http://www.edizionicandusso.it/fungi_no ... ati_63.htm
nella discussione di Infundibulicybe gigas abbiamo scritto:
"riguardo al binomio C. maxima, ci sentiamo in dovere di aprire una piccola parentesi, senza però entrare nel merito di tutti coloro che hanno utilizzato questo nomen. La specie viene descritta come Agaricus maximus P. Gaertn., G. Mey. & Scherb. (Gaertner et Al., 1802) con la seguente diagnosi: “1680. A. maximus Nobis. Grösster Blätterschwamm. Der Strunk kurz, dikk, dicht und weisslich; der weisse Hut saftlos, trichterförmig, mit einer Erhöhung und sehr gross; die Blättchen unterbrochen, gleichfarbig, zulezt röthlich. Agaricus giganteus Leyss. A. infundibuliformis Hoffm. Wohnort. An schattigen Orten, z.B. in der Lohe oberhalb Bischofsheim. Erschein.-zeit September, Oktober. ** Kleine; der Hut hautartig und meistens gestreift.”, che tradotto: “Il più grande fungo a lamelle (oppure anche: il massimo fra gli agarici). Il gambo (è) corto, grosso, sodo e biancastro; il cappello bianco è secco, a forma di imbuto, con una rilevatura (evidentemente centrale) e molto grande; le lamellette (sono) interrotte (?), dello stesso colore, alfine rossastre. Agaricus giganteus Leyss. A. infundibuliformis Hoffm. Habitat. Nei posti ombrosi, per es. nella boscaglia sopra Bischofsheim. Periodo di crescita, settembre, ottobre. In piccolo: il cappello membranoso e per lo più solcato“. Questa specie viene poi ricombinata da Kummer (1871) con la seguente descrizione (qui direttamente tradotta): “Largo fino a 0,4 m (cioè 40 cm), giallastro cuoio (o giallastro-brunastro), carnoso, ma moscio (anche lasso, senza forza), non lucente, fibrilloso o squamuloso. Stipite alto e spesso come un dito mignolo. Lamelle larghe un dito, bianche, poi imbrunenti. Sotto latifoglie. Riesen-Trichterling (nome in tedesco, che significa ‘Clitocybe gigante’) C. Maxima“. Appare chiaro di quanto risulti difficile prendere una posizione sulla reale identità di questo taxon, essendo le informazioni originali di base, davvero troppo vaghe e riconducibili effettivamente a più di una specie; per non parlare poi della ricombinazione (Kummer, op. cit.) che sembra trattare una specie differente da quella originariamente descritta. Per questo motivo riteniamo che, in assenza di materiale originale e/o di una tavola (iconotypus) di riferimento, questo epiteto sia realmente dubbio, quantomeno (ribadiamo) nella sua accezione originale."
Matte
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Re: Infundibulicybe geotropa
Grazie Matteo, il mio dubbio rimane ma non posso non apprezzare la tua eloquente risposta la quale mi conferma che la complessità osservata da me nel mondo dei funghi è ampiamente condivisa da tantissimi altri, Questo mi conforta non poco,
ciao
antonello
ciao
antonello